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Tuscany Taste

Geschrieben am 24/02/2016 von Greta Tizzanini

Vuoi scoprire quali sono i vini toscani meno famosi, ma qualitativamente altrettanto eccellenti? Io li ho bevuti quest'anno a Tuscany Taste Tuscany Taste - vini Toscani

La prima manifestazione a cui ho partecipato quest’anno, infatti, è stato il Tuscany Taste, che si è svolto il 13 Febbraio allo Star Hotel Michelangelo a Firenze, dove erano presenti, con le loro anteprime, i consorzi del Morellino di Scansano, di Montecucco, di Cortona, di Carmignano, del Valdarno di Sopra, di Pitigliano e Soava, delle Colline lucchesi e della Maremma toscana. Anteprima interessantissima e sicuramente molto istruttiva, sia per il folto numero di etichette dei consorzi minori (dal punto di vista dei numeri), sia perché essendo riservata solo alla stampa e a qualche invitato, come noi, l’evento non era molto affollato e si poteva degustare con relativa tranquillità.
Il primo problema che si pone a un degustatore è cosa degustare. Io ho deciso di ovviare al problema scegliendo tre consorzi in base al gusto personale, alla mia curiosità (c’era qualche consorzio davvero piccolo e quasi sconosciuto, del quale avevo sentito parlare davvero bene) e alla volontà di incrementare qualche etichetta.
Ecco le mie personalissime riflessioni su questo affascinante viaggio tra colori, profumi, sapori.

La DOC Cortona presentava principalmente vini del 2012 (annata non felicissima), del 2013 e qualcosa del 2014 (annata piovosa, che ha reso necessaria una bella selezione in vigna). Ovviamente mi sono buttato soprattutto sui syrah, che sono i vini caratterizzanti della zona. In generale ho trovato un livello qualitativamente medio alto e in costante miglioramento, e qualche eccellenza. visitatori Tuscany Taste
Primo tra tutti il Borgo Syrah ’13 Tenimenti D’Alessandro, vino decisamente ottimo considerando che è il base dell’azienda! Equilibrato, ottimo tannino, intensamente profumato (spezie, frutta), saporito, lungo. Il Castagno ’13 di Fabrizio Dionisio, colore impenetrabile, naso molto piacevole, lunga persistenza, ottima struttura; l’unica cosa: un po’ duro in bocca, ma questo sicuramente è dovuto alla sua gioventù, quindi questa caratteristica andrà a smussarsi con il tempo.
Vini proposti Tuscany Taste Bramasole ’10 La Braccesca: complice l’ottima annata e avendo avuto un adeguato affinamento, si è rivelato sicuramente il syrah più equilibrato ed elegante per i suoi profumi complessi e molto intensi, nonostante un’importante componente tannica smorzata da un’ottima acidità.
Per quanto riguarda Podere Il Fitto, ho sentito entrambi i vini che avevano in degustazione: il syrah e il sangiovese. Il primo, nonostante fosse un 2014, mostra già grandi possibilità di crescita, essendo molto accattivante, con profumi di frutta rossa e spezie e una bocca intensa e persistente. Quello che mi ha più colpito, però, è stato sicuramente il sangiovese ’14. Davvero una bella scoperta! In barba all’annata, si mostra già di ottima stoffa, con tannini integrati, acidità che snellisce il sorso, profumi molto netti di frutta rossa e una persistenza davvero molto lunga.
Tra i grandi syrah che ho assaggiato va sicuramente annoverato il Selverello di Dal Cerro, del quale mi sono rimasti impressi nella mente gli intensi profumi speziati molto ruffiani, nei quali si potevano apprezzare anche complessi sentori più evoluti. Anche in bocca risultava particolarmente piacevole, con una lunga scia di frutta dolce.

vini Carmignano ToscanaMolto ampia la gamma dei vini di Carmignano (10 produttori in totale per la più piccola D.O.C.G.
toscana) e tutti di ottimo livello per la loro tipologia, all’infuori di 4/5 campioni. Fantastici gli unici 2 bianchi assaggiati: il trebbiano di Capezzana e lo chardonnay di Fabrizio Pratesi. Nel primo, la permanenza in legno non nasconde assolutamente il gran fruttato, il floreale di fiori gialli e la sapidità del vino, ma anzi, gli dona una lunga scia leggermente ammandorlata. Lo chardonnay, invece, fa solo acciaio e si presenta piacevolmente fresco, con un gran fruttato giovane e un floreale davvero persistenti e intriganti.
Una bella scoperta sono stati i rosati (chiamati a Carmignano “vin ruspo”), molto più strutturati di tanti altri rosé di altre zone d’Italia e anche più colorati. Sicuramente una parte di merito va al tipo di fermentazione, non per salasso come la gran parte dei rosati, ma per fermentazione in bianco.
Su tutti meritano di essere menzionati il Locorosato di Fabrizio Pratesi, il rosato di Imm.Re Castelvecchio, il rosato di Capezzana e il rosato di Artimino. vini Toscani
Molto piacevoli, facili, ma allo stesso tempo saporiti e di facile abbinamento i Barco Reale di Carmignano D.O.C. Vino Barco Reale
Altro discorso vale per i Carmignano e i Carmignano ris. D.O.C.G. per i quali, a parte le differenze stilistiche tra i vari produttori determinate principalmente dal legno di invecchiamento (si va dalla barrique alla botte grande) e dalle diverse percentuali delle uve presenti (c’è chi mette oltre al sangiovese e al cabernet anche merlot, syrah, colorino e canaiolo), si parla di vini veramente importanti, di lunga tradizione e che hanno tutte le potenzialità per invecchiare notevolmente bene per molti anni. Dal punto di vista un po’ più tecnico, sono vini caratterizzati da profumi fruttati, speziati, vegetali e da un palato ricco, strutturato, di buona freschezza e persistenza. Tra i migliori voglio citare Villa di Capezzana e le riserve di Pratesi e di Fattoria Ambra. Una piacevole sorpresa me l’ha, invece, riservata Artimino che è nettamente migliorato in tutta la gamma, proponendo vini puliti, piacevoli, equilibrati e anche complessi nelle versioni top. Forse è cambiata la mano dell’enologo?
Un po’ di delusione me l’hanno, invece, lasciata i due Carmignano ’06 e ’08 di Colline San Biagio, che mi sono sembrati piuttosto corti al palato e non puliti al naso (nel 2006 c’era anche un po’ di volatile).

Per quanto riguarda i vini di Montecucco, devo fare una premessa: li conoscevo pochissimo e anche per questo non li ho mai inseriti negli scaffali della mia enoteca e questa era l’occasione perfetta per sentire tanti campioni, selezionandone due da proporre ai miei clienti. assaggio vini tuscany taste
L’impresa si è rivelata più difficile del previsto perché mi si è letteralmente aperto un mondo: mi sono piaciuti quasi tutti i 30 campioni in degustazione! Sia i Montecucco D.O.C. (in generale più giovani e con più possibilità di uvaggi), sia i D.O.C.G. (solo sangiovese o riserva), vini sicuramente più importanti e di corpo. In alcuni si poteva veramente percepire la vicinanza geografica a Montalcino.
Nell’attesa di poterli assaggiare con ancora più calma e concentrazione, cercherò di trasmettervi le sensazioni che più mi hanno colpito di questo consorzio ancora troppo poco conosciuto.Rassegna vini toscani
Inizierò citando il Montecucco rosso D.O.C. di Marinelli, dalla trama non potentissima ma elegante; di questo vino mi hanno colpito soprattutto gli ottimi profumi di frutta matura e una bocca fresco/sapida da manuale.
Una conferma, ma comunque in costante miglioramento, il sangiovese D.O.C.G. Campinuovi , vino con un tannino bello presente ma nonostante tutto morbido e una persistenza fruttata in bocca lunghissima.
Sicuramente da podio il sangiovese D.O.C.G. di Marco Salustri, per la sua struttura, morbidezza, intensità e complessità degna dei più alti livelli enologici, pur mantenendo piacevolezza e ampiezza di beva.Marco salustri red wine Molto elegante il sangiovese biologico D.O.C.G. di Poggio Al Gello, dagli intensi e complessi profumi di frutta rossa, con una spiccata nota floreale; bocca ben bilanciata con un tannino già integrato, una gradevole freschezza e una P.A.I. decisamente lunga e piacevole.
Grande struttura, profumi complessi e molto appagante al palato il Montecucco Ris D.O.C. Il Boschetto, al quale si può rimproverare soltanto un alcool un po’ troppo dominante (15%), che smorza leggermente il suo equilibrio.
Ottima prova di Basile con il suo Adagio Montecucco sangiovese Ris. ’11 D.O.C.G. che mostra un bellissimo color rubino, con sfumature granate, e un aroma estremamente sfaccettato (frutti di bosco, rosa, spezie). Il tutto coronato da una bocca di struttura e di buona intensità, che lascia un piacevole retrogusto fruttato.Basile adagio vino
Che dire, poi, del Parmoleto Montecucco sangiovese ris. ’11 D.O.C.G.? Vino tra i più importanti dell’intera degustazione, con un corpo e una struttura tipici dei più grandi sangiovesi, ma comunque morbido ed equilibrato, con profumi di macchia mediterranea e tanta frutta matura; godibile già adesso, ma sicuramente con margini di ulteriore miglioramento.
Non pulitissimo al naso, invece, l’ultimo campione che mi ero lasciato: Montecucco sangiovese ris. ’10 Rubino Stregato di Colle Petruccio. Oltre a una leggera volatile, ho notato un corpo piuttosto esile e una bocca un po’ troppo corta; probabilmente era una bottiglia non perfetta.
Un ringraziamento speciale lo voglio riservare alla rappresentante del consorzio e alla sommelier presente allo stand, entrambe estremamente disponibili e professionali.

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